Il tempo delle mamme

La scatola-tempo

“Avere un bambino ti stravolge la vita”. Questa è una delle frasi che si sentono più spesso in tema di maternità. Io credo che ciò che cambia maggiormente sia il tempo. Semplicemente, prima era per te (anche se non te ne rendevi conto…) e dopo è per quel piccolo mostriciattolo. Lo ruba, letteralmente. Senza chiedere il permesso. Se lo prende e basta. Non è più tuo.

Immagina il tempo come una scatola, un contenitore in cui prima ci stavano tutte le tue cose, messe in ordine e precise, piegate con cura per farci stare tutto. Poi arriva un bimbetto di pochi mesi, ancora malfermo sulle gambe. Con le sue manine cicciottelle afferra la scatola-tempo, apre il coperchio e inizia a tirare fuori tutto quanto. Tutto il tuo impegno per piegare e sistemare le cose nella scatola va in fumo. In un attimo il contenuto è sparso sul pavimento alla rinfusa. Con le sue piccole mani il bimbo esplora la scatola, e tu sei lì, che cerchi di distrarlo, di tenerlo fermo, ma niente. Alla fine afferri quasi alla cieca un paio di cose, forse le più importanti o forse semplicemente quelle più a portata di mano e cerchi di rimetterle dentro la scatola-tempo. Non ci starà mai di nuovo tutto, così in disordine non sarebbe possibile riempirla come prima. Due cose, massimo tre riescono ancora ad entrare. Ma la scatola è quella che è, non si può ingrandire…

Questo è esattamente ciò che accade quando hai un figlio. Le tue giornate sono svuotate. All’inizio ti fa anche piacere, perché sei totalmente concentrata sulla creatura, quella faccetta paffuta che vuole starti addosso sempre. Ed è così bello, così speciale, stare a guardarvi tutto il giorno, che ti scordi anche di chi eri e cosa facevi prima. Poi ad un certo punto ti risvegli dal tuo letargo e vorresti anche ricominciare a fare delle cose, come facevi prima del suo arrivo. Ma niente, ormai la scatola-tempo è in mano sua e non può tornare come prima.

Non riconoscersi

Quando è nata Zoe, la mia secondogenita, ancor più che con Sebastiano, ho sentito il tempo scivolarmi via dalle mani. I secondi figli arrivano per toglierti l’illusione di riuscire ancora ad organizzarti in qualche modo dopo essere diventata madre. Quando hai un figlio, talvolta, riesci ancora a trovare il tempo di pettinarti, magari non i primi mesi, ma poi pian piano prendi un ritmo e diventi molto veloce a compiere delle azioni di sopravvivenza di base (che prima magari ti richiedevano mezza giornata), nei venti minuti di nanna pomeridiana. Quando hai un secondo figlio, la nanna del primo non coinciderà MAI con la nanna del secondo. E’ un dato di fatto. Li costruiscono così: disallineati.

A questo quadro già difficile si sono aggiunti il COVID e il lock-down, perché Zoe è nata proprio in piena pandemia. In pochissimo tempo mi sono ritrovata a non avere più un “lavoro” inteso come un posto dove recarmi ogni mattina, non incontrare più i miei amici e a vedere molto poco anche mio marito (che avendo un negozio alimentare ha continuato fortunatamente a lavorare). Il risultato è stato che in pochissimo tempo tutte le mie attività sono scomparse tranne quella di “mamma”. A tempo pieno, sempre.

A parte la stanchezza fisica di gestire tutto il giorno una neonata e un bambino di due anni e mezzo, la cosa che più ho sentito pesante in quel periodo è stato il non riconoscermi.

Ciò che facciamo (le cose con cui riempiamo la nostra scatola-tempo, insomma) è spesso ciò con cui ci identifichiamo. Il nostro lavoro, le nostre amicizie, le relazioni. In ciascuna di queste cose portiamo noi stesse, ci sentiamo noi stesse. Quando, come nella situazione che ho vissuto io, ma anche più in generale con la maternità, tutte le nostre attività vengono sospese, il rischio è quello di non riconoscersi.

Ci spogliamo per un po’ di tutte le vesti che normalmente indossiamo, per assumerne una, molto ingombrante, quella di “mamma”. Anche chi ci sta intorno tende a enfatizzare questo processo: primo fra tutti il bambino, che ovviamente per i suoi bisogni del tutto fisiologici, richiederà la nostra attenzione al 100%, ma anche partner, nonni, parenti e talvolta gli amici, penseranno a te non più come “persona”, ma come “mamma di…”.

Come ritrovarti

Sembra proprio che perdere la gestione del tuo tempo equivalga in qualche modo a perdere te stessa. Essere stata spogliata delle tue “cose da fare” ha messo a nudo la tua persona, che però è stata subito rivestita da questo ruolo ingombrante della “mamma”, che stai facendo fatica a rimpicciolire. E’ schiacciante.

Per ritrovarti quindi è necessario ridimensionare questa veste. No, non sto dicendo di essere meno presente per il tuo bambino, anzi, forse proprio l’opposto. Sto dicendo che finché si tratta di una veste sarà difficile da portare. Il percorso da fare è comprendere che non è della veste che ha bisogno il tuo bimbo, e nemmeno tu. E’ di quello che ci sta dentro, della tua persona, di te. Qual è la differenza? Quando sei presente come “veste di mamma” stai impersonando un ruolo, come un’attrice. Quello che succede dentro di te è: “le mamme fanno così, quindi anche io devo fare così”. Una vocina interiore ti guida nel mettere in pratica ciò che tu, inconsciamente, hai interiorizzato nella tua vita come il giusto comportamento delle mamme. Lasciar cadere la veste della mamma ti rende libera di essere chi sei tu realmente, con i tuoi interessi, i tuoi hobbies, le tue priorità e le tue passioni, le tue caratteristiche personali, anche nella relazione con tuo figlio.

E’ una consapevolezza che a poco a poco ti aiuterà a riprendere in mano, non solo i tuoi spazi e i tuoi tempi, ma anche la tua persona. Non sarai più in balia del ruolo che ricopri, ma sarai tu a tenere in mano la scatola-tempo.

Come si fa?

Crea una squadra

Ogni mamma ha bisogno di una squadra. Da sole è veramente troppo ingombrante questa faccenda di avere figli. La squadra è diversa per tutte noi. Al primo posto potrebbe esserci il/la tua partner, possono essere i nonni, una zia o uno zio, una baby-sitter. Possono essere altre mamme (ne hai conosciute al corso pre-parto? Hai delle amiche che sono già madri?) che comprendono ciò che stai vivendo e vogliono fare squadra con te, magari tenendo una volta a testa i bambini suoi e tuoi.

Sì, anche se ancora non lavori, anche se ti sembra di non avere “scuse” per dover lasciare tuo figlio a qualche altro, la cosa più importante è ritrovare te stessa. E questo non puoi farlo se trascorri 24h al giorno con lui.

Vivi il momento presente

Tranquilla, non è uno slogan di qualche spot pubblicitario, né un mantra astratto. Significa semplicemente essere concentrata su ciò che fai in questo momento. Se sei col tuo bambino, sii col tuo bambino. Ti vedo che allatti mentre fai scrollare le storie di Instagram. E lo so che guardi il casino da riordinare, le lavatrici da fare e la cena ancora da preparare, mentre lui ti sta chiedendo di giocare. Ma se sei con lui, sii con lui. Tutto il resto è altro, non il presente. Se lui è con te, tu sii con lui. E’ difficile, ci saranno momenti in cui vorresti fare mille cose tutte insieme e questo mondo ci chiede di essere sempre multitasking. Ma in questo caso non funziona, te lo assicuro. Ti renderebbe solo nervosa, perché non riusciresti a finire tutto per bene. Incolperesti te stessa per non essere “abbastanza”, il tuo bambino per essere “noioso e richiedente” e il casino ci sarebbe comunque.

Per il tuo bambino è molto meglio stare un’ora in più con i nonni o la baby sitter ma avere la tua completa attenzione quando è con te (perché hai avuto il tempo di fare tutte le pulizie che volevi o di farti la manicure) che stare più tempo con te distratta.

Delega

Ohh sì. Hai sentito bene. Delega tutto ciò che non richiede la tua presenza in prima persona. Le pulizie? Potresti chiedere ad una colf (ci sono app per questo, non è indispensabile assumerne una a tempo pieno, anche una tantum). La cura del bambino? C’è la tua squadra! Quali sono le cose che non puoi assolutamente delegare? Le cose per te. Non puoi mandare qualche altro dal parrucchiere al tuo posto. Così come non puoi chiedere al tuo compagno di andare a prendere un caffè con le tue amiche. I tuoi momenti di benessere sono tuoi e sono una tua priorità. Tutto il resto si può delegare.

Un regalo che ti è utile

Certo, è parecchio faticoso diventare mamme, ma c’è un regalo molto utile che porta con sé. Se riguardi al passato, alla tua scatola-tempo di prima, tutta bella ordinata, con le cose incastrate alla perfezione e nulla fuori posto, ti accorgerai che probabilmente alcune delle cose che conteneva non erano poi tanto importanti per te. Stavano nella scatola, occupando spazio, più per abitudine che per reale interesse.

L’arrivo di un figlio cambia le priorità e aiuta a fare decluttering nella scatola: si tiene solo ciò che è veramente importante.

Inoltre ora che hai imparato a vedere tutto ciò che “fai” come ad una veste da indossare, che ti dà ogni volta una identità diversa, è come se fosse caduto il velo della realtà. Sei tu che scegli cosa mettere nella scatola. Non è ciò che sta nella scatola-tempo che comanda, il potere ce l’hai tu. Questo è il regalo più prezioso che questa fase incasinata della vita può portarti. Fanne buon uso.

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