Sorellanza

Ieri sono andata alla festa di compleanno di un’amichetta di mio figlio. Incontrare altre mamme di bimbi che hanno più o meno l’età dei miei è una di quelle esperienze in cui tutto può andare bene o tutto può andare male. Perché o scatta una istintiva simpatia della serie “siamo tutte nella stessa barca, facciamoci forza”, oppure si attiva in noi una giudice spietata.

Il confronto con “ciò che fanno le altre” è una cosa, ammettiamolo, prettamente femminile. Siamo noi che ci facciamo venire mille dubbi sul metodo educativo migliore, su quanto la merenda che ho preparato io sia più sana o pratica della tua, su come reagisci tu di fronte ai capricci rispetto a me… E dalla nostra insicurezza di solito nasce il giudizio. Come se dentro pensassimo che screditare le altre ci rendesse perfette, o almeno, migliori.

Ai padri non succede, o almeno non così spesso, di dire “ecco lui porta suo figlio a calcio e io invece lo porto a basket, chi sarà il migliore?”. Forse perché fin dall’infanzia ci cade addosso il presupposto che saremo noi mamme ad avere la responsabilità dell’educazione dei bambini e, in fin dei conti, quello che fa il padre è più o meno un “aiuto” o un accessorio delle scelte genitoriali della madre. Le cose oggi certo iniziano a cambiare ma è una lotta di equità che è nata con la nostra generazione, non certo con quella dei nostri genitori, e quindi, come ogni cosa appena nata, è ancora molto imperfetta. E’ difficilissimo abbattere stereotipi e “programmazioni” che sono andate avanti immutate per secoli, perché spesso non le vediamo nemmeno. Le portiamo avanti e basta.

Quella che si alza

Proprio ieri una di queste mamme mi ha detto: “io ho deciso che non voglio più essere quella che, a cena da amici, si alza per aiutare a sparecchiare insieme alle altre donne, mentre gli uomini stanno seduti a bere l’amaro di fine pasto”. Questa frase ha tintinnato nel mio stomaco con quel suono cristallino tipico delle verità semplici a cui però non avevo ancora pensato. Perché di solito, se non è la donna ad alzarsi, semplicemente il compito dei piatti ricade nell’altra donna presente, la padrona di casa ecco. Hai presente? “Dai, ti do una mano, facciamolo insieme che si fa prima”. E chi si alza siamo sempre noi.

donne che cenano insieme, cucina

Qualche tempo fa invece, una mia cara amica mi ha confidato che anche se non ama guidare, cerca di farlo spesso, almeno tante volte quante il marito, perché sta cercando di trasmettere ai propri figli che se si è in due entrambi possono guidare. E’ ovvio che sia così, certo, ma se penso alle mie vacanze o i viaggi dell’infanzia non ho un solo ricordo in cui guidasse mia madre. E tu?

Queste chiacchiere fra amiche, fra donne, hanno acceso ancor di più l’attenzione sul nostro processo di equità come donne. Mi è sempre più chiaro come questo impegno non riguardi soltanto me o le altre mamme, ma che sia importantissimo per mia figlia e ancor di più per mio figlio. Che diventi normale per lui sapere che non è mamma a dover fare le lavatrici per forza, e che è normalissimo che mamma vada a farsi una vacanza con le amiche così come lo fa papà. Spero insomma di riuscire a crescere un uomo femminista.

Quando si sceglie la sorellanza

Quando, nell’incontro con altre mamme, si sceglie di mettere da parte la giudice interiore, quella che scaturisce dall’insicurezza e dal peso della “responsabilità” genitoriale che ci portiamo sulle spalle, scegliamo la sorellanza.

Scelgo di non giudicare te per non giudicare me. Scelgo di ascoltare i tuoi problemi, perché risuonano con i miei e mi fanno sentire compresa, e in cammino. Non ho suggerimenti, o consigli perfetti, perché le mie soluzioni non sono le tue, ma parlarne ci fa bene. Mi fa sentire più forte per me e incoraggiante per te. Ed è una figata.

Alla fine della festa, sorridevo a tutte le donne, anche a quelle che non conoscevo, perché mi sentivo parte di una squadra. Hai presente la sensazione? E’ super energizzante! E non mi è importato nemmeno dover rincorrere per venti minuti mio figlio che non voleva mettersi la giacca…

8 Marzo

Fra poco sarà Marzo. Io scelgo di mettere da parte la mia giudice. Scelgo la sorellanza. E tu?

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