Shopping con le amiche

Stravolgimenti

Quando diventiamo mamme la nostra vita viene totalmente stravolta. Che sia una maternità naturale, adottiva, tanto attesa o inaspettata, di un bambino, di due o di tre, single o in coppia, poco importa. Succede che, il tempo che prima avevamo per noi ora è per lui.

La vita di prima pare come “sospesa”, messa in pausa, per dedicarci totalmente, emotivamente, saggiamente e al meglio delle nostre capacità a prenderci cura di un altro essere umano che dipende totalmente da noi. 

Arriva però un momento, diverso per ciascuna di noi e diverso per ciascuna relazione mamma-bambino, in cui sentiamo il bisogno di riappropriarci a poco a poco dei nostri spazi. Vogliamo premere di nuovo il pulsante “avvia” a tutto ciò che era rimasto fermo. Ma non è sempre semplice. 

Riprendere il lavoro, ritrovare le amicizie (e le uscite per un caffè o per lo shopping), riscaldare una relazione amorosa che da “coppia” a “famiglia” ha subito una rivoluzione profondissima… Tutti questi momenti rischiano di diventare motivo di conflitto interiore. 

Due voci contrapposte

E’ stancante cercare di essere chi eravamo prima e al tempo stesso la nuova persona che siamo diventate, mettendo pace fra il senso di colpa nel lasciare nostro figlio, anche solo per pochi momenti, a nonni, zii, baby-sitter o nidi e la voglia di tornare ad assaporare la “nostra” solitudine. 

Ma perché è così difficile? Perché in quel preciso momento la nostra personalità sta vivendo contemporaneamente la presenza di due “noi”. Due parti interiori che parlano lingue diverse, che desiderano cose diverse e che ci spingono verso direzioni opposte. Il termine tecnico per indicarle è “sub-personalità” ma per comodità potremmo chiamarle la “mamma” e la “donna” (attenzione, non voglio assolutamente dire che le mamme non possono essere anche donne, anzi, proprio l’opposto, in questo contesto passatemela così, è solo un nome!).

La “mamma” desidera stare ogni momento con il suo bambino, prendersi cura di lui sempre, senza mai doverlo affidare ad altre mani, perché sa che solo lei sarà capace di dargli tutto quello di cui ha bisogno, di capire profondamente le sue esigenze e poi, diciamocelo, con tutta la fatica che ha fatto per farlo nascere o semplicemente per diventare la sua mamma, ora vuole godersi l’esperienza fino in fondo, senza perdersi nemmeno un minuto di quel piccino.

La “donna” però a questo gioco non ci sta. Lei desidera altro… E’ stata zitta certo per gli ultimi mesi della gravidanza, perché tutto sommato era un sollievo tirare un po’ il fiato e riposarsi dai mille impegni. E’ rimasta in disparte dopo la nascita perché quel fagottino era una novità molto molto carina e quindi si era distratta anche lei per un momento a guardarlo. Ma adesso basta. Le giornate sono tutte uguali, o almeno così sembra, non c’è mai tempo nemmeno per farsi una doccia. La “donna” non è soddisfatta di quella vita, desidera di più. O quantomeno desidera che tutto torni come prima, vorrebbe riprendere a lavorare, vorrebbe sentirsi di nuovo attraente, truccarsi, pettinarsi, rientrare nei jeans di prima. Vorrebbe bere del vino, parlare con degli adulti e divertirsi. Cerca di far sentire la propria insoddisfazione.

Noi iniziamo a percepire il comunicato, a volte anche lievemente aggressivo, della “donna” che sta dentro di noi. Ma all’inizio cerchiamo di farlo tacere, proviamo vergogna per aver anche solo pensato per un attimo che truccarsi fosse più importante che allattare o coccolare nostro figlio. Allora la voce della “donna” si fa più insistente e alla fine cediamo. Ci organizziamo un bel pomeriggio fuori con le amiche. La prima volta non vogliamo di sicuro lasciare a casa il bimbo (anche perché la “mamma” che è dentro di noi non ce lo permetterebbe mai). Quindi borsa dei pannolini alla mano, passeggino, vestiti adeguati (ma che fatica uscire dalla comoda tuta! E il reggiseno da allattamento si vede troppo sotto a quella camicetta che volevo mettermi e che nasconde la pancetta che si è ammorbidita) e in qualche modo siamo pronte per uscire!

La faticosa uscita

La storia andrà cosi: staremo fuori due ore, all’inizio tutto bene perché il bambino si è addormentato in macchina mentre arriviamo. Poi si sveglia perché vuole mangiare e piange, allora con tutto il gruppo di amiche ci si ferma al primo bar disponibile e noi allatteremo. Poi di nuovo shopping, ma tu non potrai nemmeno entrare in un camerino perché il passeggino non ci sta, nulla ti sta bene e inizi ad essere veramente stanca. Quindi saluti tutti e torni a casa. La “donna” che è dentro di te è insoddisfatta perché non ha ottenuto la libertà che desiderava e ti sta già suggerendo che la prossima volta il pupo resterà a casa dai nonni. La “mamma” è nervosa perché il tesoro non è riuscito a riposare bene, ha sfasato l’orario della poppata e sicuramente questa notte si sveglierà di più e non farà dormire nessuno. Che fatica!

Ma allora che fare?

Se sei arrivata a leggere fin qui sappi che hai già fatto il primo passo per risolverlo. Come? Semplice: hai imparato a conoscere queste due parti. Le vedi dentro di te? Ti ci ritrovi? Allora ecco il prossimo passo: ogni volta che sentirai litigare queste due parti, immagina di vederle dall’alto, come due bimbe interiori che stanno litigando per chi deve comandare. Guardale con amorevolezza, rivolgi loro un sorriso e poi, dopo un bel respiro profondo, prova a ripetere a te stessa “io sono io, non sono solo una mamma, non sono solo una donna, sono questo e molto di più. Io sono”.

Fintanto che cerchi un compromesso fra le due, otterrai insoddisfazione, perché saranno entrambe costrette a cedere, almeno in parte. Il punto quindi non è a chi dar ragione, ma è comprendere che queste due parti non sono te. Sono dentro di te, ma non possono prendere loro il comando, sarebbe riduttivo, come se decidessi che d’ora in poi camminerai solo con la gamba destra. Diventa tutto più complicato e più difficile quando ci identifichiamo con una sub-personalità perché non usiamo al massimo le nostre risorse per far fronte alle scelte e alle dinamiche della vita. Tu hai un figlio, ma non sei “solo” mamma, tu hai delle amicizie, ma non sei solo un’amica, hai un lavoro, ma non sei solo una professionista, hai un compagno o una compagna, ma non sei solo un’amante. Tu sei tutte queste cose messe insieme e anche molto altro. Finché non vedi il quadro completo le tue scelte non riusciranno a tener conto di tutte le esigenze. Sarà sempre un compromesso.

Guardale, ascoltale, riconoscile e rassicurale. Sapere di essere state viste e ascoltare darà pace alle tue sub-personalità, comprenderanno che non è più necessario “urlare più forte” per farsi sentire, perché già hanno la tua attenzione. E tu sceglierai per il meglio.

Dai, sei pronta a incominciare?

Articolo precedenteCambiamento solitudine ed emozioni
Articolo successivoMe stessa e la zucca