Carico mentale e come affrontarlo

il carico mentale

Bisogna proprio dirlo, i padri di oggi non sono più come quelli di una volta. Oggi hanno un ruolo importante nella famiglia, fanno esattamente le stesse cose delle madri. Portano i bambini a scuola, o li vanno a prendere. Li accompagnano in piscina quando le madri non possono e vanno a fare la spesa. Se necessario li accompagnano dal pediatra e stanno loro vicino quando stanno male.

Questa infatti è la storia di Giacomo (nome di fantasia ehhhh). Giacomo è il papà di Martina ed è un SUPER papà. La mamma di Martina si chiama Chiara ed è SUPER fortunata ad avere un compagno come Giacomo che la aiuta in moltissime cose.

Giacomo, un papà presente!

Al mattino Giacomo accompagna Martina all’asilo e poi la va a riprendere all’uscita, perché Chiara ha degli orari lavorativi incompatibili con quelli della scuola. Chiara la sera prepara il sacchetto del cambio per Martina, perché ieri si è sporcata in giardino e aveva bisogno dei pantaloni puliti. Poi le infila anche il lenzuolino per la nanna e la merenda. Chiara prima di uscire ricorda a Giacomo di prendere il sacchetto dell’asilo, ma poi decide comunque, per sicurezza, di lasciarglielo appeso alla maniglia della porta, vicino alle chiavi della macchina, così non può proprio dimenticarlo.

Giacomo oggi accompagnerà Martina dal pediatra, è proprio un papà tuttofare! Chiara infatti ha notato che sono tre giorni che la piccola ha una brutta tosse, allora in pausa caffè, dopo la riunione del mattino, ha chiamato la segretaria della pediatra e ha preso appuntamento. Poi ha chiesto ai nonni di andare a prendere Martina all’asilo e ha mandato un messaggio a Giacomo per ricordargli l’appuntamento e farsi dire il nome delle fialette per l’aerosol, così le passerà a comprare una volta uscita dall’ufficio. Nel frattempo si è segnata sull’agenda di prenotare il bilancio di salute di Martina, perché ormai ha quasi due anni ed è già ora di farlo.

L’altro ieri Giacomo è uscito presto dal lavoro perché la sua riunione è finita prima, così ha mandato un sms a Chiara dicendole che poteva andare lui a fare la spesa e di mandargli la lista delle cose da comprare. Poi ha pure aiutato Chiara sistemandole già la pasta e i biscotti in dispensa. L’insalata però l’ha lasciata appoggiata vicino al lavandino, perché va bene aiutare, ma Chiara l’insalata la lava meglio e le verdure poi sa lei come riporle nel frigo che magari poi non è contenta…

Lo sport di Martina invece è faccenda tutta di Giacomo! Eh sì, perché è il loro momento insieme, il mercoledì Giacomo va a prendere Martina all’asilo, poi vanno insieme in piscina e stanno un’oretta nella vasca riscaldata per l’acquaticità. Si divertono un mondo e quando hanno finito vanno pure a fare merenda insieme al bar. E’ una giornata super! Ha avuto proprio una bella idea Chiara quando ha fatto l’iscrizione a inizio Settembre, anzi è quasi ora di fare il rinnovo, e forse anche di andare a comprare un nuovo costume a Martina, perché cresce così in fretta che quello vecchio non le sta quasi più!

Senti stridere?

Senti anche tu questo rumore gracchiante di qualche ingranaggio non tanto fluido in sottofondo? Come se qualcosa in quello che ti ho raccontato non stesse funzionando bene benissimo? Eppure scommetto che in questa descrizione, almeno in parte, almeno un pochino ino ino ti ci sei ritrovata anche tu.

Già, ogni volta che Giacomo fa qualche cosa per “aiutare”, in realtà dietro c’è un mondo organizzativo, di pensieri, di programmazioni, di azioni, che sostengono tutto il marchingegno famigliare. E normalmente sono proprio le mamme a portarlo avanti. Quando c’è qualcosa che funziona bene spesso questo carico di lavoro non si vede. Quando c’è qualcosa che invece salta allora dai lembi strappati della quotidiana gestione famigliare vien fuori un intreccio di viti e valvole che si regge a fatica su una gamba sola, quella femminile.

Abbiamo voglia noi mamme a dire che i tempi son cambiati, che la donna oggi non è più solo “mamma, moglie e casalinga” come poteva essere già solo una o due generazioni fa. Il fatto è che spesso a questa mole di lavoro sommerso si aggiunge oggi anche l’impegno di “ufficio”, quello che ci siamo prese per rivendicare la nostra “indipendenza” e parità di genere. Oggi poi, con il Covid, spesso quel lavoro è (o è stato negli ultimi due anni) anche “smart“. Facile no? Faccio lo stesso lavoro che facevo in ufficio, con la comodità di essere a casa, dove fra una riunione e l’altra devo pure vedere la lavatrice da fare, i panni da stendere, i pavimenti da lavare che ogni volta che si mangia o si cucina sembra che ci sia stata la battaglia delle arance di Ivrea, e perché non iniziare già anche a preparare la cena?

Come si affronta il problema del carico mentale?

Che questo carico esista, ormai mi sembra assodato. Ma come se ne esce? Sicuramente parlare con il partner è un buon inizio, ma non credo basti.

Già perché per modificare una dinamica, in questo caso famigliare o di coppia, la via non è mai partire dall’esterno ma sempre dall’interno. Mi spiego meglio: noi non possiamo pretendere o immaginare che il nostro partner cambi se non siamo noi le prime a modificare qualcosa. Anche spinto dalle migliori intenzioni, anche qualora il nostro partner comprenda il nostro bisogno e la nostra difficoltà, non può essere una cosa immediata per lui farsi carico di una serie di compiti o di lavoro che fino a questo momento non sapeva nemmeno esistessero. Non intendo “scagionare” questi padri dalla loro responsabilità, ma mettere in luce l’immenso potere di noi mamme nel modificare questo approccio.

Il potere del cambiamento è dentro di noi. Dobbiamo solo prenderne consapevolezza, accedervi insomma, e iniziare ad usarlo.

Ecco una serie di passi che ti guideranno in questa trasformazione.

1. Considera te stessa nel modo giusto

Una delle difficoltà principali che incontriamo come mamme che si fanno carico di tutti i problemi e le incombenze mentali della famiglia è che noi stesse ci percepiamo come il fulcro che “manda avanti la casa”. Pensare a noi stesse come ad una presenza indispensabile non può che attirare una risposta corrispondente da parte di tutti gli altri membri.

Considera questo: l’unica cosa che è veramente indispensabile alla tua famiglia sei TU, non tutto il LAVORO che tu fai. Sei tu con la tua personalità, con il tuo affetto, con la tua serenità e le tue caratteristiche. Non pensare di essere indispensabile per il lavoro che fai per loro ma per la tua stessa essenza.

2. Metti te stessa al centro

Sembra molto molto egoista questa frase. In realtà è tutto il contrario. Una donna che si assume tutto il carico mentale e gestionale della sua famiglia (e spesso non basta quello di marito e figli ma si aggiunge pure quello di nonni, suoceri e parenti vari, soprattutto se di una certa età), finirà presto per esaurire le sue energie.

Come ti dicevo al punto precedente non puoi essere una presenza “importante” nella tua coppia o per i tuoi bambini se sei esaurita. Se lo stress di tutto questo lavoro ha preso completamente possesso della tua mente tanto che alla sera, prima di addormentarti, ripassi mentalmente le cose da fare il giorno dopo, significa che il tuo cervello (i tuoi pensieri, e di conseguenza anche le tue emozioni) sono ingombri. Non c’è spazio per altro. Per l’ascolto, per lo “stare”, per l'”essere” semplicemente te stessa insieme a loro.

3. Smetti di fare la super-mamma

Quando ci troviamo a vivere dinamiche che non ci siamo scelte noi, spesso ci raccontiamo la storia di essere noi ad aver scelto questa o quella veste. Ce ne compiacciamo addirittura: “sei così brava e in gamba da essere insostituibile e indispensabile”.

In realtà quello che accade è che più nutriamo la convinzione di essere insostituibili, meno spazio lasciamo agli altri di stupirci. Se ci prendiamo il carico (e anche il merito) di fare tutto da sole (e anche di farlo per gli altri!), riduciamo lo spazio di manovra di chi ci sta intorno, che non può fare altro che accettare la pappa pronta. Riducendo la loro possibilità di crescita, espressione ed evoluzione.

4. Lascia andare

Quando riconosci che il tuo benessere è la priorità, iniziare a lasciare andare il superfluo sarà un processo praticamente automatico. Ti accorgerai che non importa avere una casa sempre in ordine ma non aver passato del tempo di qualità con te stessa (sì sì, hai letto bene, con te stessa, non con i tuoi figli o tuo marito, ma proprio con te. Sei tu la persona più importante per te stessa, dopo tutto, non credi?).

Inizia a lasciare andare tutto ciò che non senti necessario e indispensabile alla tua gioia profonda. Ti accorgerai che a poco a poco si creeranno nuovi equilibri, nuove abitudini e nuove dinamiche. Ma perché questo avvenga è necessario lasciare andare quelle che non funzionano più, quelle che non senti più tue.

Se fino ad ora sei stata tu ad occuparti della lista della spesa, smetti di farlo. Lascialo semplicemente andare. Le prime volte si improvviserà… e se qualcosa manca si troverà una soluzione. Ma se è una cosa importante per la gestione della tua casa, vedrai che a poco a poco si creerà una nuova dinamica sostitutiva, più funzionale alla nuova te (magari se ne occuperà qualcun altro?).

5. Trova altri modi di amare

Questa è tosta, lo so. Ma spesso mi sono accorta che quando noi mamme facciamo “tanto” e forse “troppo” per la nostra famiglia lo facciamo per amore. Sono atti silenziosi che danno voce ai nostri sentimenti per loro. Il fatto è che talvolta ci riesce difficile esprimere tutto l’affetto che proviamo a parole con la sola presenza. Siamo state abituate (da generazioni eh, mica è colpa nostra!) che l’amore non si dice ma si “dimostra”. E spesso l’unica maniera che abbiamo per dimostrarlo è sfiancarci di lavoro per mettere in tavola pranzi equilibrati, giochi montessoriani, case sempre in ordine, pomeriggi in macchina nel traffico fra danza classica, partite di calcio e lezioni di violino.

Troviamo un modo nostro, autentico e semplice di dire ai nostri bambini (e a nostro marito) “ti voglio bene”, guardandoli negli occhi, senza bisogno di un perché, senza bisogno di aggiungere altro. Sarà un messaggio semplice, chiaro e sincero.

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